Skip links
PROGETTO DI CONSERVAZIONE UCCELLI MARINI A KONGSFJORD

Kongsfjord (Norvegia)

L’estremo nord della Norvegia è da sempre un hotspot per molte specie migratorie che arrivano nella regione del Finnmark per nidificare.

La bassa pressione antropica dell’area ha portato nei secoli specie come sterne, urie e gabbiani a sfruttare anche le costruzioni umane, spesso abbandonate, per nidificare; abituandosi a convivere con i pochi pescatori dei paesini costieri. Negli ultimi anni però, una serie di nuovi finanziamenti per il rifacimento delle vecchie strutture ha investito l’area settentrionale della Norvegia e molti privati stanno restaurando i pontili e le case di famiglia. Questo, se da un punto di vista urbanistico è senza dubbio un pregio, si traduce in una problematica quando i ripristini coinvolgono aree storicamente elette a colonia di nidificazione, gli interventi purtroppo non prevedono soluzioni alternative per la nidificazione, così le colonie sono destinate a scomparire al completamento dei lavori.

Con l’acquisizione della Kongsfjord Guesthouse, nell’omonimo paesino di Kongsfjord, situato nel comune più settentrionale della Norvegia continentale, SKUA Nature si è trovata a tu per tu con il problema, con lavori di restauro tutt’attorno alle proprie aree. Da subito quindi si è deciso di intervenire in tutte le nostre proprietà per fornire alle specie in difficoltà dei nuovi siti da colonizzare.

Nel primo anno ci siamo dedicati principalmente a tre specie: Gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla), Uria nera (Cepphus grylle) e Sterna artica (Sterna paradisaea).

Il Gabbiano tridattilo è un piccolo rappresentante della famiglia dei Laridi che manifesta abitudini pelagiche per la maggior parte della vita, tornando a terra principalmente per nidificare. Le piccole dimensioni (37-40 cm di lunghezza per un’apertura alare di 91-105 cm) gli permettono di essere uno dei volatori più abili tra i gabbiani e sfrutta queta abilità per costruire vertiginose colonie su scogliere a precipizio sul mare. 

Questa specie è considerata globalmente a rischio a causa del cambiamento climatico e della pesca intensiva; questi due fattori stanno riducendo la disponibilità della sua preda elettiva, il Cicerello, causando grandi difficoltà agli animali soprattutto nella stagione riproduttiva, rendendo ancor più difficoltoso l’involo dei pulli da parte degli adulti.

Negli anni il Gabbiano tridattilo si è ben adattata alla convivenza con l’uomo ed ha iniziato a costituire colonie sulle facciate delle industrie del pesce a ridosso del mare. Kongsfjord non ha fatto eccezione e le pareti esterne della fabbrica del pesce, in disuso dagli anni 70, ospitano ad oggi più di 80 coppie di questa specie.
Anche questi edifici però sono coinvolti da un progetto di restauro delle strutture e dell’area circostante. Oltre ad aver imposto alle società in carico dei lavori il rispetto delle norme a tutela della colonia, sospendendo i lavori in prossimità dei nidi durante l’epoca di cova, ci siamo adoperati per rendere fruibile a questa specie una nuova struttura, di nostra proprietà, nello stesso porto. 

Per favorire la nidificazione di questa specie durante l’inverno sono state posizionate diverse piattaforme, profonde circa 30cm, sui muri esterni di uno dei magazzini del porto, creando delle “file” sulle facciate ad un’altezza da terra di 2/3 m. Nel primo anno i Gabbiani tridattili hanno comunque preferito rimanere nei nidi storici ma già qualche intrepido esemplare si è dimostrato interessato a questa nuova area. Questo è solo l’inizio degli interventi, nei prossimi anni aumenteremo il numero di piattaforme disponendole sia nei punti più alti del magazzino, sia sui pontili, soluzione che già è stata gradita da questa specie in diversi porti del Finnmark. 

L’Uria nera è un uccello marino appartenente alla famiglia degli Alcidae. Di dimensioni modeste (30 – 32 cm per un’apertura alare di 52 -58 cm) è facilmente riconoscibile per la colorazione nera del corpo fatta eccezione per la grande macchia bianca sulle ali e il rosso acceso delle zampe. Tende a vivere in piccoli gruppi composti da coppie di individui su coste e scogliere rocciose; la dieta si basa su piccoli pesci, crostacei e invertebrati bentonici che caccia immergendosi anche a più di 30m di profondità. 

Grazie alla dieta varia e ad una discreta facilità di adattamento l’Uria nera è considerata globalmente a rischio minimo secondo le categorie IUCN. Proprio la sua capacità di adattamento l’ha portata negli anni ad avvicinarsi alle strutture umane utilizzando anfratti artificiali per nidificare al posto delle tipiche insenature tra le rocce. Un piccolo gruppo di Urie nere frequenta da anni i pontili di Kongsfjord durante il periodo dei corteggiamenti ma solo poche di esse rimangono nell’area per la deposizione delle uova. 

Il nostro team è così intervenuto a fine inverno posizionando 10 nidi artificiali per urie (delle cassette di circa 60×25 cm con una doppia entrata sfalsata ed un piccolo ‘davanzale’) sia sopra, che sotto ai pontili della Kongsfjord Guesthouse. Gli animali hanno da subito frequentato i nidi artificiali e a fine stagione tutte le cassette sono state occupate da una coppia raddoppiando così il numero di esemplari nell’area.

Anche la Sterna artica appartiene alla famiglia dei Laridi ma è di dimensioni sensibilmente più piccole rispetto ai cugini Gabbiani. È un uccello di medie dimensioni (lungo circa 28-39 cm, con un’apertura alare di 65-75 cm) di piumaggio principalmente bianco e grigio con zampe e becco rossi; il carattere più distintivo è la lunga coda bianca profondamente biforcuta ben visibile quando si cimenta nello ‘spirito santo’. Si nutre principalmente di piccoli pesci che pesca sul pelo dell’acqua grazie ad una sopraffina tecnica di volo, la stessa che gli permette di percorrere enormi distanze in pochi mesi. La Sterna artica difatti è di gran lunga l’uccello che compie la più lunga migrazione nel regno animale: tra Marzo e Agosto migra nelle aree artiche dove nidifica ma per svernare attraversa tutto il mondo al fine di raggiungere le aree antartiche dove trascorrerà i mesi da Settembre a Febbraio, percorrendo così ogni anno tra i 70 e gli 80 mila chilometri. Se si considera che una Sterna artica vive in media 25 anni è stato calcolato che nella loro vita percorrono una distanza in migrazione pari a 3 volte il viaggio di andata e ritorno dalla terra alla luna. Nidifica ogni 1/3 anni in spiagge sabbiose o su scogli. La femmina depone dalle 2 alle 3 uova in piccoli avvallamenti direttamente sul suolo, dove risultano perfettamente mimetiche.

Seppur globalmente ancora non a rischio sta subendo un generale declino numerico ed è fortemente soggetto ad estinzioni localizzate. Uno dei principali problemi per la sua sopravvivenza è la perdita di habitat dovuto all’innalzamento delle temperature. Oltre a ciò l’aumentare della temperatura dei mari comporta una serie di problematiche per la sua sopravvivenza come l’allontanamento delle prede elettive dalle aree di pesca, l’aumento di violente tempeste lungo le rotte migratorie e il saltare delle stagioni riproduttive a causa dell’ambiente non favorevole. Tutti questi fattori hanno fatto stimare agli esperti che nei prossimi anni si potrebbe perdere dal 20 al 50% della popolazione.

Nei pontili abbandonati di Kongsfjord si era insediata negli anni una colonia di più di 50 coppie tra Sterne artiche e comuni che trovavano, nel legno marcescente dei pontili in disuso, il luogo ideale dove deporre le uova, al riparo dalla maggior parte dei predatori. Il rifacimento dei pontili in solido legno, trattato per resistere al meglio alla salsedine, andava via via distruggendo l’areale di nidificazione proprio nelle settimane antecedenti all’arrivo di questo animale nell’area artica. Prima di sapere se l’area principale di nidificazione sarebbe stata risparmiata o meno si è deciso di intervenire costruendo un sito di nidificazione ad hoc sulla testa di in uno dei pontili della Kongsfjord Guesthouse, prossimo all’area di nidificazione ma di troppa recente fabbricazione per venir utilizzato da questa specie. Utilizzando materiale locale è stata costruita una spiaggia di circa 2,5 metri per 4, composta da sabbia grossolana e piccoli ciottoli e adornata di tutti gli elementi necessari al renderla il più accogliente possibile a queste specie predisponendo anche 2 aree ‘rifugio’ per i pulli una volta usciti dalle uova. Fortunatamente nel 2021 le sterne hanno migrato nell’area in tempo perché i lavori di restauro si fermassero in rispetto dell’epoca di cova e la maggior parte delle coppie ha potuto nidificare nel sito storico di deposizione.

Felici che per questo primo anno il nostro intervento non fosse stato necessario siamo stati ancor più sorpresi nel constatare che, seppur potendo scegliere, alcune coppie hanno comunque eletto la piccola spiaggia a sito di nidificazione e così, a fine stagione, abbiamo avuto 2 nidi di Sterna comune e 3 nidi di Sterna artica sull’area predisposta, facendoci ben sperare per il futuro della colonia e motivandoci ad ampliare l’area nei prossimi anni.